Enogastronomia

Chiomont’è… Enogastronomia

Il vino

Chiomonte vanta una storia vitivinicola ultra millenaria, testimoniata dallo stesso stemma comunale, un sole affiancato da due tralci d’uva (uno bianco e uno nero) accanto al monito jamais san toi. Si parla di viticoltura “eroica” perché le vigne si estendevano fino a 1000 metri d’alta quota e, sino al secolo scorso (1930) l’intera vallata era letteralmente vestita dai vigneti che coprivano oltre 150 ettari di terreno. L’Avanà è considerato il vitigno più rappresentativo del luogo esso, la cui presenza in questa Valle è fa già menzione il testamento di Abbone (739 d. C.), ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata nel 1997. Oltre all’Avanà qui si allevano La Grisa Rousa, la Grisa Nera, il Gamay, il Becuet e il Baratuciat. Dal 2006, inoltre si produce il Vino del Ghiaccio, vendemmiato appunto a gennaio.

Il cibo

I prodotti tradizionali chiomontini sono fortemente influenzati dalla cultura agricola e contadina che ha caratterizzato questa terra per migliaia di anni. Latte, uova, formaggi, patate, castagne, verdure ed erbe aromatiche erano gli ingredienti più usati dagli abitanti del luogo. Tra i piatti più prelibati si ricordano:

  • Las tartifle’ sara’ (patate salate), preparate in un paiolo in ghisa, il brunsin: le patate, coperte d’acqua e salate, si lasciavano cuocere con burro e lardo ed erano poi servite con lardo o salsicce.
  • La torto d’erbo (torta d’erbe), questa pietanza, preparata durante la fienagione o la vendemmia (momenti che richiedevano di stare fuori casa tutto il giorno) era fatta da un ripieno di bietole, spinaci, borragine, cipolle, patate e spezie (noce moscata, chiodi di garofano, saporita), avvolto nella pasta del pane e cotto nei forni a legna. Per riconoscerle al momento del pasto, ogni famiglia incideva le proprie iniziali sulla pasta del pane, prima della cottura.
  • Il gato, si tratta di un dolce di pasta di pane, latte, uova e zucchero. Morbido e dal colore dorato, questo dolce dimostra come anche dagli ingredienti “poveri”, possano nascere sapori delicati, intensi e di eccezionale bontà.
  • Le fette dorate, un tempo il cibo si usava tutto, così anche le fette di pane secche che, una volta impanate nell’uovo e insaporite con il sale, venivano fatte friggere nel burro d’alpeggio.
  • Il merluzzo al latte e cipolle, può sembrare insolita la presenza di un pesce nella cucina di montagna…ma a Chiomonte, tra gli anni 40 e 60, grazie al clima ventilato, v’era un’importante attività commerciale dedita alla conservazione del merluzzo che, perciò, è diventato un piatto “tipico” accanto a un altro ingrediente “tipico”, il latte. Al merluzzo, infarinato e scottato in padella, si aggiungevano il latte e le cipolle che, a cottura ultimata, di restringevano formando una salsina saporitissima di accompagnamento al pesce.